L'Uri, Unione Radiofonica Italiana, prima società concessionaria della radiodiffusione in Italia, viene fondata il 27 Agosto 1924 come accordo tra le maggiori compagnie del settore: Radiofono, controllata dalla compagnia Marconi, e SIRAC (Società Italiana Radio Audizioni Circolari).
Presidente della Società Enrico Marchesi ex direttore amministrativo della FIAT di Torino. Fondamentale la mediazione del Ministro delle comunicazioni Costanzo Ciano.
L'Agenzia giornalistica Stefani è designata dal governo come l'unica fonte delle notizie che l'URI può trasmettere. Si tratta della prima agenzia di stampa italiana nata a Torino nel 1853, voluta da Cavour come portavoce della sua politica. Nel 1924 diventa proprietà di un fedelissimo di Mussolini, Manlio Morgagni che ne fa un potente strumento di regime.
L'Unica stazione trasmittente è quella di Roma, posizionata nell'attuale quartiere Parioli, allora ancora campagna. Siamo agli inizi e il pubblico è composto da amatori interessati più alla novità tecnologica del radioascolto che ai programmi veri e propri.
Nel gennaio 1925 nasce il RADIORARIO, settimanale ufficiale dell'URI. L'intento è quello di propagandare il nuovo mezzo e nel contempo di conoscere meglio i gusti e le opinioni di un pubblico ancora da formare.
Poco dopo, si comincia a trasmettere, oltre che da Roma, anche dalle sedi di Milano (1925), da Napoli (1926) e Torino (1929).
Nel gennaio 1928 l'URI diventa EIAR, Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche. L'evento segna il vero e proprio atto di nascita della radiofonia in Italia che inizia ad imporsi come mezzo di comunicazione di massa e che come tale verrà utilizzato dal regime.
La radio è moderna e veloce. La versatilità del nuovo mezzo stupisce gli ascoltatori sorpresi dai primi collegamenti da treni in corsa o da aeroplani.
La giovane Radio intrattiene e conquista un pubblico sempre maggiore. E via via che si definisce la fisionomia del pubblico emergono le concrete ambizioni culturali dell'EIAR che vuole coniugare informazione, divertimento e notizie politiche.
Nel giugno del 1933 si diffonde la Radiorurale. Si tratta di un ricevitore a prezzo imposto e con caratteristiche standardizzate promosso dall'Ente Radio Rurale, istituito del Regime per la diffusione della radio in ambienti collettivi e soprattutto nelle zone rurali delle bonifiche agrarie.
L'apparecchio è acquistabile solo dagli enti governativi e dagli istituti scolastici o per donazione agli stessi. Oltre tre milioni di scolari italiani hanno così conosciuto la radio e incominciato a conoscere la lingua italiana.
Il 25 gennaio del 1934 uscì il primo numero del giornale mensile
“Radiorurale”.
A partire dal numero di marzo venne pubblicata spesso la cartina con il numero di apparecchi Radiorurale collocati nelle scuole italiane in quel momento. Il Piemonte e la Lombardia risulteranno le regioni con più apparecchi. In modo particolare furono le provincie di Torino e Alessandria ad averne un numero decisamente maggiore.
Giornale LUCE B1476 del 15 marzo 1939, La radio rurale insegna ai bambini
1924- 1934