Ottobre 1914
Dicembre 1916
FILM: Joyeux Noël - Una verità dimenticata dalla storia è raccontata in un film del 2005 diretto da Christian Carion.
Soldati tedeschi e britannici riuniti durante la tregua di Natale 1914
Musica: Franz Xaver Gruber - Testo: Joseph Mohr
Le parole di Stille nacht (primo canto che sentiamo nel film) furono scritte nel 1816 dal sacerdote salisburghese Joseph Mohr, allora assistente parrocchiale nella chiesa di Mariapfarr (regione di Salisburgo), che le conservò rimanendo in attesa di trovare qualcuno che potesse metterle in musica. Due anni dopo incontrò Franz Xaver Gruber, allora maestro elementare ad Arnsdorf ed organista a Oberndorf, originario dell'Alta Austria, che compose la musica.
Il territorio austriaco non era stato risparmiato dalle recenti guerre napoleoniche e devastazioni e miseria erano ovunque. I versi del giovane sacerdote dovevano essere di conforto e speranza alla popolazione prostrata. Nel Natale del 1816 furono soltanto letti, mentre due anni dopo poterono anche esser cantati, con la musica che Gruber compose di getto.
Il 24 dicembre 1818 Mohr chiese a Gruber di musicare il brano da lui scritto per due voci soliste, coro e chitarra. Gruber fece vedere la partitura a Mohr, che approvò subito. Non è noto il motivo per cui fu fatta tale richiesta. Un racconto tradizionale riporta che ciò sarebbe avvenuto in quanto l'organo della chiesa di San Nicola era guasto poiché il mantice era stato rosicchiato dai topi e la riparazione era impossibile in tempi brevi (questo spiegherebbe il ricorso alla chitarra).
La prima esecuzione pubblica avvenne nella stessa notte della Vigilia di Natale del 1818 durante la Messa nella chiesa di San Nicola a Oberndorf; il brano venne eseguito dai suoi due autori con Mohr che cantava la parte del tenore ed accompagnava con la chitarra Gruber, che intonava la parte del basso.
In italiano il titolo del brano è Astro del ciel e non è una traduzione del testo tedesco ma un testo originale scritto dal prete bergamasco Angelo Meli vissuto tra il 1901 e il 1970: la musica di Gruber con il nuovo testo venne pubblicato dalle Edizione Carrara nel 1937.
Adeste fideles è il secondo canto natalizio del film sulla cui paternità non esistono prove sufficienti perché sia attribuita ad un nome preciso. L'unica certezza che emerge dalla documentazione esistente è il nome del copista, cioè di colui che trascrisse materialmente il testo e la melodia: Sir John Francis Wade (1711 – Douai, 16 agosto 1786), che lo avrebbe trascritto da un tema popolare irlandese nel 1743-1744 per l'uso di un coro cattolico, a Douai, cittadina nel nord della Francia, a quel tempo importante centro cattolico di riferimento e di rifugio per i cattolici perseguitati dai protestanti nelle Isole britanniche dopo che la seconda ribellione giacobita fu annientata.
John Francis Wade è stato un compositore e musicista britannico, da alcuni riconosciuto come l'autore del testo latino e della musica del celeberrimo canto natalizio Adeste fideles (noto anche in lingua inglese come O Come All Ye Faithful).
Non si sa se Wade nacque in Gran Bretagna o presso Douai, nella regione francese di Calais; egli si rifugiò in Francia. Essendo un fedele cattolico, egli visse in Francia con gli altri cattolici inglesi esuli per il resto della sua vita.
Il testo del canto è costituito da otto strofe di cui solo la I, V, VI e VII furono trascritte da Wade. Le strofe II, III e IV vennero composte da Étienne-Jean-François Borderies nel 1794 e una VIII da un anonimo. Qui di seguito sono riportate le prime quattro strofe più conosciute.
Antonio Rotunno racconta la notte tra il 24 e il 25 dicembre 1917 anche nelle trincee che lambiscono il Piave nei pressi di Sant’Andrea di Barbarana. Leggi QUI
Vedi anche: Catalogo Diari
Christmas in the Trenches è una ballata del 1984 dell'album Winter Solstice scritta e cantata da John McCutcheon, un prolifico cantautore americano di musica folk nato nel 1952.
La ballata Christmas in the Trenches è una narrazione in prima persona di Francis Tolliver, un immaginario soldato di Liverpool. Racconta gli eventi accaduti due anni prima, la notte di Natale del 1914, mentre era un soldato nelle trincee della Grande Guerra. Lui e i suoi commilitoni sono trincerati nella loro trincea, dove, come racconta Tolliver, "il gelo era così acre", mentre i loro nemici tedeschi occupano la trincea all'estremità opposta della Terra di Nessuno. La scena è di quiete e freddo; "i campi ghiacciati della Francia erano immobili; non venivano cantati canti di pace". Gli uomini stanno riflettendo su come le loro famiglie in Inghilterra stiano brindando ai loro coraggiosi e gloriosi ragazzi così lontani, quando dalle linee tedesche sentono improvvisamente una giovane voce cantare chiaramente. Presto si uniscono a lui i suoi commilitoni e il suono del loro canto riempie i campi vuoti devastati dalla guerra. Quando finiscono, alcuni soldati britannici del Kent cantano God Rest Ye Merry Gentlemen, dopodiché i tedeschi cantano Stille Nacht. I soldati britannici li accompagnano cantando in inglese: "e in due lingue una canzone riempì il cielo". A questo punto ascoltiamo il brano.
Le truppe britanniche sono sorprese quando la loro sentinella di prima linea grida che una figura tedesca solitaria ha lasciato la loro trincea e sta marciando da sola attraverso la Terra di Nessuno, disarmata e con una bandiera di tregua. Sebbene tutti gli uomini gli puntino i fucili contro, nessuno spara e presto tutti gli uomini da entrambe le parti lasciano le loro trincee e incontrano i loro nemici disarmati nella Terra di Nessuno. Lì, si scambiano cioccolata e sigarette e fotografie delle loro famiglie a casa, e tutti gli uomini sono colpiti da quanto il loro nemico sia simile a loro. Uno dei tedeschi suona il violino mentre un soldato britannico suona la sua fisarmonica e gli uomini lanciano razzi per illuminare il campo per giocare una partita di calcio . Più tardi, con i primi segni di luce del giorno, Tolliver racconta che “la Francia fu di nuovo la Francia; con tristi addii ognuno di noi ha iniziato a tornare in guerra". Ma, canta McCutcheon, "Una domanda ossessionava ogni uomo che visse quella notte meravigliosa: 'Quale famiglia ho puntato nel mio mirino?'" Si conclude con le lezioni che il fittizio Tolliver trae dall'esperienza: "Che coloro che comandano non saranno tra i morti e gli invalidi / E alla fine di ogni fucile, siamo sempre gli stessi."
Il Natale e la guerra